mercoledì 30 dicembre 2020

LA MINORANZA RISPONDE

Nei giorni scorsi il sindaco Ermini (qui riportiamo l’articolo Castiglion Fibocchi. Il bilancio di fine anno del sindaco Ermini (arezzonotizie.it)) ha ritenuto di fare un bilancio dell’ultimo anno di amministrazione, assegnandosi il compito di guardiano delle casse comunali, con i panni di Lucignolo che descrive il paese dei balocchi e, subito dopo, con quelli di Pinocchio che sotterra il suo tesoro nel campo dei miracoli in attesa della crescita dell’albero delle monete.

Fuor di metafora la giunta Ermini non ha il suo forte in economia, se è vero come è vero che nel suo bilancio, oltre a riempire le caselle dello stampato con i consueti numerini, in concreto ha fatto due aumenti:

      ·         il primo ha riguardato la rimodulazione dei mutui allungata fino a coprire le prossime generazioni che ne sopporteranno l’aumentato peso;

      ·         il secondo ha riguardato il suo stipendio che da  € 1301,47  è stato portato a  € 1659,38.

Con queste premesse il gruppo consiliare Vivi Castiglioni è costretto a ribadire che la vera salvaguardia del Comune l’hanno fatta le nostre amministrazioni, attraverso la riduzione a metà dei circa due milioni di debito che il Comune aveva contratto nel passato, e con una attenta riduzione delle spese che aveva riguardato anche le spettanze di Sindaco e consiglieri, fino al punto di rinunciare ad ogni forma di emolumento e lasciare nelle casse del Comune oltre centomila euro.

E questa missione ancora ci tocca svolgere anche ora che siamo all’opposizione di fronte alle scellerate e fallimentari scelte di bilancio finora fatte dall’amministrazione Ermini.

Stupisce che tutto ciò stia avvenendo in un momento di emergenza sanitaria che avrebbe richiesto maggiore attenzione, anche per gli interventi che, meritevolmente, Regione e Governo hanno adottato in questi ultimi tempi, dando ai Comuni strumenti economici e giuridici per alleviare i disagi della popolazione che l’amministrazione Ermini non ha saputo utilizzare.

Difatti Ermini è costretto a fare l’elenco della spesa in cui l’acqua calda, fatta da interventi piuttosto ordinari e scontati, diventa sempre più tiepida.

Allora verifichiamo la lista della spesa Ermini:

      ·         L’illuminazione del paese per le feste natalizie è stata curata, ed anche meglio, negli anni precedenti;

      ·         I pacchi distribuiti agli anziani, al posto del tradizionale pranzo di Natale si sono rivelati miseri “pacchettini”;

      ·         I doni per la Befana dei bambini sono sempre regolarmente arrivati;

      ·         Nuove piantumazioni degli alberi sono avvenute nel corso degli ultimi anni e lo ricordano bene cittadini non più bambini;

      ·         Lo slittamento dell’Imu e Tari non costituisce riduzione delle imposte ed in ogni caso sono avvenute in adempimento di regole generali, semplicemente applicate in tutti i comuni;

      ·         Nello stesso modo è avvenuto l’impiego dei fondi statali per l’emergenza alimentare, per la gestione della quale la giunta Ermini ha dimostrato incapacità fino al punto di far scadere alcuni alimenti, peraltro conservati nei locali adibiti a deposito di materiali per le pulizie;

      ·         La progettazione e la realizzazione di opere pubbliche sono attività complesse, che vanno oltre la burocratica compilazione di un modulo di partecipazione al bando e richiedono capacità e professionalità che  la giunta Ermini dimostra di non avere se si guarda, per esempio, alla messa in sicurezza della palestra per la quale la precedente amministrazione aveva predisposto una completa progettazione e relativo finanziamento per un opera che, al momento, non è stata completata, sebbene siano trascorsi ben due anni di “illuminata” amministrazione Ermini;

      ·         Il servizio di igiene urbana così come è stato rimodulato ha riportato il paese indietro di venti anni perché, di fatto, si è trattato della riduzione del servizio di “porta a porta” di circa il cinquanta per cento, mentre la riduzione della tariffa al 15 per cento non è matematicamente e logicamente proporzionata e, nel frattempo, i cittadini affrontano il disagio di andare al cassonetto maleodorante oppure a far la fila all’Isola ecologica dalla quale spesso  sono costretti a tornare indietro. Tutto ciò contro ogni norma di comune buonsenso e le buone pratiche di tutti i comuni virtuosi che, semmai, hanno fatto il contrario, passando dal cassonetto al “porta a porta” e realizzando risultati di differenziata da primati.

Ma ci lascia sconcertati l’atteggiamento di candore del sindaco Ermini rispetto alla notissima vicenda della Cassia Vetus ed il suo rifugiarsi in motivazioni “politiche” non ben precisate.

Intanto la vicenda è tutt’altro che politica perché, come sanno bene tutti i cittadini di Castiglioni, nei fatti ci sono stati implicazioni di natura giuridica che hanno determinato l’intervento delle competenti autorità penali, civili, amministrative e contabili, le cui tracce sono conservate negli atti, anche del Comune, oltre che nella rassegna stampa dell’epoca.

Di tutto ciò potremmo continuare a parlare ma ci riserviamo di farlo successivamente con documenti, dati e riscontri.

Intanto ci preme segnalare che la fideiussione del Comune a favore di Cassia Vetus fu richiesta dal presidente dell’epoca e concessa dall’Amministrazione in carica nel 2005, epoca nella quale Vivi Castiglioni non era ancora nata e le sorti del paese erano nelle mani di persone che Ermini conosce molto bene.

Il sindaco Ermini dice di aver “ereditato” la vicenda Cassia Vetus e non sbaglia affatto poiché tutti i protagonisti di questa storia sono suoi antenati, fautori e attuali sostenitori.

È davvero strano e bizzarro che Ermini si stupisca di un evento il cui protagonista principale era il Presidente delle fallimentari Cassia Vetus e Achille Grandi, nonché leader della lista “Insieme per Castiglioni” nella quale militava, assieme all’attuale vicesindaca.

Eppure, negli anni 2014-2019 Ermini era in consiglio comunale, dove poteva attingere ogni notizia su Cassia Vetus direttamente o parlando con il suo capogruppo o con il suo collega parente del personaggio in questione.

Forse c’è un problema di incomunicabilità che ancora perdura avendo accanto un camerata di vecchia data ed attuale vice sindaco che ha rappresentato e difeso Achille Grandi in diverse sedi, compresa la vertenza civile che si è conclusa con la condanna dello stesso al risarcimento di una somma intorno ai centomila euro, sufficiente ad adempiere all’ingiunzione della Banca creditrice.

A noi, per il momento interessa precisare:

  §  La fideiussione fu chiesta nel 2005 dall’allora presidente e concessa dall’amministrazione di quell’epoca;

  §  La prima amministrazione di Vivi (2012), non avendo trovato traccia nei bilanci precedenti e su conforme parere della Corte dei conti, iscrisse nel primo bilancio la somma corrispondente al debito assunto dal Comune;

  §  Nel 2013 il commissario, voluto ed acclamato come salvatore della patria dal leader di Insieme per Castiglioni, già presidente di Achille Grandi e Cassia Vetus e dal suo difensore, attuale vicesindaco, decise di annullare in autotutela la delibera del 2005 che concedeva la fideiussione a favore del Monte dei Paschi di Siena, ritenendola illegittima e disponendo il reimpiego di quella somma che noi avevamo posto in bilancio. Inoltre decise di revocare il mandato che avevamo conferito ad un legale per tutelare gli interessi del Comune nel relativo procedimento penale che, proprio in assenza del difensore del Comune, si concluse senza rendere possibile esporre alcun argomento a difesa degli interessi del Comune;

  §  Su questo presupposto negli anni successivi la nostra amministrazione ritenne di resistere alle richieste della Banca proprio per continuare a difendere gli interessi del Comune,

  §  Nel frattempo il procedimento civile nei confronti di Achille Grandi per il recupero di alcuni crediti si concluse con la condanna di circa centomila euro, somma che sarebbe stata sufficiente per sanare tutti i debiti di Cassia Vetus, compresa l’esposizione del Comune per la fideiussione verso il Monte dei Paschi di Siena e chiudere definitivamente la liquidazione di Cassia Vetus.

Sfidiamo chiunque, compresi i difensori di Achille Grandi ed attuali amministratori, a dirci in quale modo migliore si potevano difendere gli interessi del Comune. Siamo stati noi a salvaguardare gli interessi dei cittadini e questo compito continueremo a portare avanti, visto che abbiamo un sindaco che cade dalle nuvole, un vice sindaco difensore di Achille Grandi ed un congiunto del presidente di Cassia Vetus e di Achille Grandi in consiglio comunale.

Il nostro operato, trasparente e consacrato in atti formali è stato portato a conoscenza della giustizia contabile, alla quale continueremo a far riferimento.

La salvaguardia del Comune ed il bene del paese si ottengono con fatti concreti come l’esecuzione della sentenza citata, recuperando le somme ivi previste, oppure con l’esecuzione degli accertamenti per l’evasione Tari, facendo attenzione a quelli relativi ad alcuni personaggi di questa vicenda; saranno sufficienti  queste sole due azioni per garantire al bilancio del Comune sia la copertura del debito derivante dalla fideiussione Cassia Vetus ,sia l’azzeramento del 18 per cento di evasione TARI.

Il sindaco Ermini, invece, butta la palla in tribuna, come i mediocri calciatori, e in un accesso di populismo e vuota demagogia, ricorre ad ipotetiche e non precisate ragioni “politiche” per uscire dall’angolo della complessità di vicende come quella della Cassia Vetus.

I cittadini chiedono fatti concreti, risultati, dati e documenti, e non sono sufficienti i post scontati e vuoti di contenuti, con i quali il sindaco Ermini si cimenta frequentemente nell’ottica del teatro dei burattini gestito dal barbuto Mangiafuoco e delle Fate più o meno turchine che si aggirano nel paese dei balocchi.




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