“Una vita senza memoria non sarebbe vita, come un'intelligenza senza possibilità di esprimersi non sarebbe intelligenza”
“La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, la nostra azione, il nostro sentimento. Senza questa non siamo niente”; queste frasi di Luis Buñuel, regista spagnolo, sembrano un degno inizio per questa Giornata della Memoria 2021, in un periodo dove pare prevalere, in molti di noi, il dubbio, lo smarrimento e, a volte, la paura.
Questo evento tragico della Shoah ci costringe, almeno una volta l'anno (e ben venga) a ripensare alle nostre democrazie che rischiano di perdere la loro natura, sotto la spinta di vecchie e nuove fobie. Ci sembra quindi un modo coerente quello di coltivare un coraggio politico per respingere le intolleranze di ogni ordine e grado, per avviarci ad un dialogo onesto e pacifico fra ideologismi diversi, per difendere e sviluppare i diritti universali, compresi quelli della tolleranza e della laicità.
Spesso il nostro egoismo e il coltivare ciò che nella nostra sfera intima, familiare, lavorativa e del rapporto con gli altri ci appartiene, ci allontana da un sentimento di appartenenza all'umanità: ci trinceriamo dentro il nido protettivo dei nostri sentimenti e interessi, oscurando ciò che accade nel mondo attuale, pensando che tanto sono accadimenti lontani da noi (anche di poche centinaia d metri) e non ci toccano.
Primo Levi ci diceva, e ancora
oggi sembra valido, che noi conosciamo senza comprendere. Certo si riferiva al
massacro di sei milioni di ebrei, rom, sinti ed anche omosessuali, oppositori
politici, torturati e massacrati, ma oggi questa locuzione, conoscere senza
comprendere, appare ancora attuale; ciò presuppone che facciamo, in noi stessi,
uno sforzo di volontà, di coraggio, così da creare una capacità di allineare le
parole con le azioni, che in breve significa coerenza.
Ciò che è accaduto con la Shoah è certo responsabilità di chi l'ha generata e poi condotta, ma se osserviamo, anche oggi, ciò che ci circonda nelle varie parti del mondo, è anche responsabilità di noi tutti, quando oscuriamo la nostra mente per non vedere, per non ascoltare; fors'anche perché ci fa troppo male o perché non sappiamo cosa fare.
Le molte narrazioni che abbiamo sentito, soprattutto in queste ricorrenze del 27 gennaio, Giornata della Memoria istituita ufficialmente nel 2000, ci propongono di riflettere, poiché la memoria di ciò che è accaduto, e non solo nella Shoah, sia soprattutto un impegno di coerenza, anche da parte delle amministrazioni che ci governano. I cittadini infatti hanno bisogno di questo impegno, che non dovrebbe mai vanificarsi; talora, invece, le amministrazioni non sono coerenti, vuoi per bisogno di allinearsi a ciò che produce consenso, vuoi per aderire o non aderire a certi eventi o scelte (augurandoci sempre di produrne spiegazioni), alimentando così domande o senso di smarrimento nelle persone che si vedono allontanate da scelte incoerenti di chi le governa.
Per noi tutti, per le nuove
generazioni, sarebbe utile sempre andare a individuare le radici, seppur
molteplici, dei fenomeni che si sono creati allora, come oggi, per fare un uso,
educativo quanto formativo, di un passato e di un presente che non ci deve
dividere, ma unire, nella volontà di costruzione di una convivenza, nel rispetto
delle norme e delle leggi che difendono la nostra umanità.
“La libertà e la democrazia diventano scellerate quando hanno le mani imbrattate del sangue degli innocenti”
(Mahatma Gandhi)
Tutto ciò, auguriamoci, debba avere un senso se riferito a
ciò che lede i diritti umani, ancor oggi calpestati e alla sopraffazione del
potere qualunque esso sia.
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